Il caro energia rischia di mettere in ginocchio la logistica health. Appello di Assoram al Governo

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La logistica di prodotti della salute sta pagando a caro prezzo l’aumento dei costi dell’energia elettrica. Un anello chiave della dispensazione di farmaci e dispositivi medici ai pazienti, riconosciuto come attività essenziale nel corso della pandemia, chiede interventi più incisivi per contrastare l’impennata delle bollette di luce e gas.

“Un magazzino medio-grande che detiene e stocca prodotti farmaceutici e parafarmaceutici può arrivare a consumare anche 1 GWh di energia elettrica l’anno per mantenere determinati range di temperatura, soprattutto nel caso della gestione della cold chain”, spiega il Direttore Generale Assoram Mila De Iure. “Prendiamo atto degli stanziamenti del decreto Sostegni TER, ma non basta – prosegue il Direttore – Gli interventi più importanti sono dedicati alle società energivore, requisito che, nell’ambito della filiera health, possono avere solo le aziende di fabbricazione dei prodotti farmaceutici di base”.

L’associazione nazionale che rappresenta i distributori primari di prodotti della salute aveva già inviato una segnalazione alle Istituzioni il 4 novembre 2021, chiedendo un intervento del Governo che tutelasse le aziende dagli aumenti di molte commodity. Oggi 8 febbraio torna a scrivere alle Istituzioni competenti chiedendo aiuti mirati per il settore della distribuzione health.

Gli operatori associati ad Assoram hanno registrato una vera impennata delle bollette di luce e gas, necessari per mantenere i range di temperatura, prescritti per legge, nello stoccaggio e nel trasporto dei prodotti farmaceutici e parafarmaceutici. L’incremento dei costi energetici ha già gravato sul bilancio 2021 e continuerà a pesare in modo consistente almeno per l’anno in corso.

“Le nostre associate hanno contribuito a reggere il sistema nazionale di rifornimento di tutti i beni della salute necessari a contenere la pandemia”, dichiara il Presidente Assoram Pierluigi Petrone.

“Oggi abbiamo chiesto di nuovo al Governo e ai Ministri dell’Economia e dello Sviluppo Economico di considerare i rischi a cui si espone una filiera essenziale come la nostra, obbligata al mantenimento di rigidi standard di sicurezza”.

“In un contesto in cui la gestione ordinaria delle attività aziendali è stata messa in ginocchio dai contraccolpi della pandemia, la nostra priorità è sempre stata mettere al primo posto la salute del paziente, garantendo rifornimenti sicuri e continui della filiera a valle fino al dispensatore finale. La business continuity è stata salvaguardata a tutti i costi, spesso con una forte erosione dei margini operativi. Perché distribuiamo farmaci, e ne sentiamo la responsabilità etica oltre che professionale.

Ora senza un piano strategico che preveda adeguati interventi congiunturali e strutturali, la nostra filiera essenziale, già molto provata, rischia di non farcela a garantire i livelli di qualità dei processi e di arrivare alla prova della rinascita senza le risorse utili ad affrontare le nuove sfide del PNRR” conclude il Presidente Petrone.