“Bollette insostenibili, così è a rischio la consegna di vaccini e farmaci da frigo”: intervista del Presidente Petrone all’Huffington Post

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L’allarme dei depositi e trasporti refrigerati di medicinali. Pierluigi Petrone (Assoram e Pmi Farmindustria) a HuffPost: “Lavoriamo con sistemi a ciclo continuo, così non resistiamo. Il governo ci aiuti” / di Claudio Paudice

“La situazione è estremamente complessa e con tutto il rispetto per gli altri prodotti commerciali: noi non stocchiamo scarpe o orologi, ma farmaci. Se ci fermiamo noi si blocca la distribuzione di medicine nelle farmacie e negli ospedali. A partire dai vaccini”. A parlare all’HuffPost è Pierluigi Petrone, presidente del Comitato Pmi di Farmindustria e di Assoram, l’associazione della logistica sanitaria e braccio operativo delle aziende farmaceutiche. “Tutte le imprese stanno facendo i conti con bollette in netto aumento, ma noi lavoriamo nello stoccaggio e nel trasporto con sistemi di refrigerazione a ciclo continuo. Serve una quantità notevole di energia, ma a questi prezzi non riusciamo a tirare avanti”. Il tema riguarda almeno 140 imprese e 300 magazzini distribuiti sul territorio nazionale. Oltre la metà dei farmaci distribuiti è destinata agli ospedali.

Sta ricevendo allarmi da parte delle aziende del settore?

Da agosto le grida di allarme di concessionari e depositari sono in netto aumento, giorno dopo giorno. Parliamo delle aziende che si occupano dello stoccaggio all’interno dei magazzini e della distribuzione nell’ultimo miglio di prodotti farmaceutici di ogni tipo, dalle medicine più comuni alle valvole cardiache. Imprese che per legge sono obbligate a rispettare certi requisiti: temperatura controllata e tracciamento per ogni tipologia di farmaco.

Vi siete rivolti al Governo?

Già a marzo, con l’aumento dei prezzi dei carburanti, avevamo scritto al governo Draghi perché le imprese della distribuzione di ultimo miglio stavano iniziando a risentire degli effetti del caro benzina. Ma ora, da diverse settimane, la situazione è gravemente peggiorata. Gli aumenti delle bollette stanno colpendo tutti, naturalmente. L’esecutivo ha cercato di tutelare le aziende energivore, ma le nostre sono tenute fuori dalla denominazione perché non rientrano nei parametri fissati dalla legge. Oltre al fatto che lavoriamo con prodotti indispensabili per la salute c’è poi un altro aspetto da tenere in considerazione: a differenza di altre tipologie di imprese, non abbiamo la facoltà di ribaltare i costi sui clienti perché i prezzi delle medicine sono stabiliti dallo Stato. Un insieme di fattori che sta creando le condizioni per una tempesta perfetta.

I magazzini vanno tenuti a temperatura controllata sia in estate che in inverno.

Chiaro. Quest’anno abbiamo vissuto un’ondata prolungata di caldo, iniziata a metà maggio e ancora oggi a Roma fanno più di 30°. Parliamo di magazzini per lo stoccaggio di farmaci dalle dimensioni più disparate, da mille metri quadrati fino a quindicimila metri quadrati. Alimentare queste strutture diventa sempre più dispendioso. Quanto tempo deve passare prima che si intervenga?

Qual è l’entità dei rincari che stanno patendo le imprese della filiera farmaceutica?

I costi sono aumentati dal 200 al 250%. E siamo in estate. Quando arriverà l’inverno la situazione rischia di essere ancora più complessa. Le temperature devono restare stabili, e noi per ovvie ragioni di coscienza non possiamo certo risparmiare sull’alimentazione dei magazzini. Nelle prossime settimane inizierà la campagna per il vaccino antinfluenzale e per il Covid, incluso quello contro le nuove varianti del virus, che vanno conservati a una temperatura tra i 2 e gli 8 gradi. I farmaci emoderivati vanno conservati a -20°. Rischiamo di annegare. Durante la pandemia i Governi Conte hanno riconosciuto la nostra attività come essenziale, ora invece siamo considerati come tutte le altre aziende. Per carità, tutti stiamo soffrendo le difficoltà del momento, e non vorrei mancare di rispetto a nessuno. Ma è chiaro che quando si tratta di farmaci parliamo di beni di prima necessità.

Quali saranno le conseguenze se non si interviene?

Se domani mattina i nostri associati si fermano, si blocca la distribuzione farmaceutica negli ospedali e nelle farmacie. Le aziende farmaceutiche per stoccare i medicinali hanno bisogno dei grandi magazzini. La situazione è molto complessa e c’è bisogno di risposte concrete e rapide. A breve andremo a rinegoziare con i fornitori di elettricità i nuovi contratti, ma se continuano questi incrementi non so dove andremo a finire. E si badi, si tratta di problemi che sta vivendo tutta la filiera.

Dai partiti non è arrivato alcun segnale?

Le forze politiche in campagna elettorale discutono di tutto però nessuno finora si è interrogato sulle problematiche della distribuzione dei farmaci. Il farmaco è il farmaco. Noi tra venti giorni partiamo con la campagna vaccinale, il consumo di energia sarà ancora maggiore e non possiamo permetterci di non far arrivare i vaccini a destinazione. Un anno fa il premier Mario Draghi parlò al Meeting di Rimini del “debito buono”. Mai come ora serve fare debito buono, per garantire la sopravvivenza delle aziende. Altrimenti non vedo via d’uscita.